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Il cinema come strumento per studiare la follia:
uno studio irlandese

Una ricerca indaga le potenzialità del cinema come mezzo didattico, in particolare nello studio delle malattie mentali

di Chiara Basciano

Il fatto che il cinema possa avere un determinato impatto sulla cultura popolare è cosa nota, ma il suo utilizzo può diventare mirato e specifico se guidato in maniera consapevole. Lo scopo didattico, in particolare, porta a grandi risultati, come dimostrato dalla ricerca condotta da Edward McCann e Sylvia Huntley-Moore, della School of Nursing and Midwifery del Trinity College di Dublino, dal titolo La follia nei film: una valutazione dell’uso del cinema per esplorare i problemi di salute mentale nella formazione infermieristica.

Ogni film scelto rappresenta un tipo particolare di disturbo mentale o un contesto ad esso collegato
Scopo della ricerca è stato quello di indagare la rappresentazione della follia sulla pellicola cinematografica, al fine di comprendere quale tipo di consapevolezza può sviluppare nello spettatore. Ventidue studenti infermieri sono stati dunque sottoposti alla visione di sei film ruotanti tutti intorno a temi di carattere psicologico: alla visione dei film è poi seguita una discussione guidata su Facebook. Molteplici poi gli obiettivi dello studio: dall’analisi dell’universo filmico confrontato con il mondo reale (tanto per quanto riguarda la descrizione della malattia quanto per i metodi curativi utilizzati), al tipo di associazioni che gli studenti infermieri giungono a operare tra l’analisi della salute mentale osservata nei film, il proprio sviluppo personale e la propria pratica professionale.
Ogni film scelto rappresenta un tipo particolare di disturbo mentale o un contesto ad esso collegato: Qualcuno volò sul nido del cuculo (Miloš Forman, 1975) i metodi utilizzati per curare la salute mentale, Monster’s Ball – L’ombra della vita (Marc Forster, 2001) depressione ed ansia, Un angelo alla mia tavola (Jane Campion, 1990) schizofrenia, Human Traffic (Justin Kerrigan, 2000) utilizzo di droga e alcool, Transamerica (Duncan Tucker, 2005) sessualità e differenze di genere, Qualcosa è cambiato (James L. Brooks, 1997) disturbi ossessivo compulsivi.

Il livello di gradimento è stato vario così come il tipo di impatto. Se Qualcuno volò sul nido del cuculo, grazie alla rappresentazione puntuale degli ospedali psichiatrici, ha dato modo di apprezzare i cambiamenti che sono intervenuti, nel corso degli anni, per migliorare il modo in cui vengono trattati i malati, Monster’s Ball – L’ombra della vita, ha dato invece la possibilità di discutere sul confine tra normale depressione e malattia mentale. Di difficile e angosciosa visione per gli studenti infermieri è risultato invece Un angelo alla mia tavola, pur dando loro la possibilità, come già Qualcuno volò sul nido del cuculo, di verificare i progressi medici venutisi a realizzare a partire dagli anni Sessanta.
Grande successo invece per Human Traffic, capace di trattare con un certo humour temi difficili e in grado di rappresentare l’amicizia come valore utile per superare anche il problema più grave, il tutto condito da una colonna sonora accattivante e da personaggi difficili da dimenticare. Ma è il penultimo film quello ad aver riscosso maggior successo tra gli studenti, Transamerica: da un lato per la complessità dei temi trattati e per i diversi livelli emotivi ben rappresentati, dall’altro per lo speciale rapporto tra medico e paziente presentato nel film. In particolare, in quanto futuri infermieri, gli spettatori hanno potuto apprezzare la professionalità del medico, capace di essere empatico mantenendo però la giusta lucidità. L’ultimo film, Qualcosa è cambiato, è stato considerato gradevole ma poco realistico, lasciando dunque gli aspiranti infermieri indifferenti dal punto di vista dello studio.
In generale gli studenti che si sono sottoposti allo studio hanno considerato più che valida la possibilità di riflettere e articolare le loro opinioni, mettendo in discussione luoghi comuni riguardanti la salute mentale e sottolinenando come il cinema possa essere un aiuto didattico per migliorare la pratica professionale.