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L’ultimo dei tabù, il sesso in tarda età: riesce il cinema a violarlo?

Pellicole che mostrano un tema troppo spesso dimenticato, quello della sessualità in età matura: uno studio australiano decide di affrontare un vero e proprio tabù culturale

di Chiara Basciano
Siamo abituati a vedere di tutto nei film, a non scandalizzarci per scene erotiche e a trovare normale la visione di corpi nudi. Eppure un tabù riguardante la sessualità rimane ancora intatto: quello della sfera sessuale in tarda età. Sono pochissimi i film a trattare l’argomento e ancora meno quelli che arrivano a mostrare l’atto sessuale di persone anziane. Ciò però non viene a caso, ma è il riflesso di un tabù culturale che si basa sul luogo comune secondo il quale le persone anziane non sono interessate al sesso
Le scene di sesso non vengono però mostrate ma solo fatte intuire, con un pudore per niente inusuale
Lo studio condotto da Margaret Gatling, Jane Mills e David Lindsay del Centre for Nursing and Midwifery Research (James Cook University, Australia) e dal titolo Il sesso dopo i sessant’anni? Stai scherzando! La sessualità senile nella commedia analizza proprio questo tipo di visione, scegliendo di parlare di quattro film che tra il 1993 e il 2012 hanno deciso di affrontare un tema tanto trascurato. Si tratta di quattro commedie, prima di tutto perché attraverso la commedia è più facile affrontare tematiche difficili da digerire e inoltre perché, secondo quanto riportato dal Nash Information Services, la commedia è il genere più amato dagli spettatori, quindi quello che ha più possibilità di avere un impatto decisivo sul modo di pensare della massa. 
Si parte da Due irresistibili brontoloni, pellicola del 1993 per la regia di Donald Petrie. I protagonisti sono la famosa coppia comica Jack Lemmon (John Gustafson) e Walter Matthau (Max Goldman), due anziani celibi che, pur lamentandosi dei loro acciacchi e dell’età che avanza inesorabile, sono subito pronti ad innamorarsi della nuova vicina, Ariel (Ann-Margret) raggio di sole venuto dalla California per illuminare il freddo Minnesota. I due brontoloni fanno a gara per farsi notare e la loro attrazione per Ariel non è mostrata come una cosa inusuale. Anche il desiderio sessuale non viene dipinto come stonato, se non quando viene espresso dall’ultranovantenne padre di Lemmon, quasi a giustificare gli impulsi del figlio che, in quanto più giovane, ha diritto ad averli. Le scene di sesso non vengono però mostrate ma solo fatte intuire, con un pudore per niente inusuale. 
C’è chi vuole solo sentirsi ancora desiderato e chi invece è a caccia di sesso, di una splendida ed unica notte da vivere senza sentirsi fuori luogo
Si spinge un po’ più avanti Il matrimonio che vorrei, secondo film analizzato. La pellicola di David Frankel, del 2012, nonostante la buona volontà non riesce ad arrivare al cuore del pubblico, soprattutto quello più giovane, e viene spesso giudicato come inopportuno. La storia vede il tentativo di salvare un matrimonio e recuperare la propria sfera sessuale da parte di Kay (Meryl Streep) e Arnold (Tommy Lee Jones) con l’aiuto di un terapista. Ma i tentativi non servono a molto e il film cade in qualche stereotipo, mostrando un calo di desiderio da parte di lui e un’incapacità di lasciarsi andare di lei, creando così un solco più profondo nel luogo comune secondo il quale le coppie mature non sono più attive sessualmente.
Più complesso invece è Marigold Hotel, pellicola del 2012 per la regia di John Madden. I personaggi qui rappresentati nel dettaglio sono ben sette, ognuno con una caratteristica diversa, ma tutti interessati a non sentirsi più vecchi o almeno a non voler più coincidere con gli stereotipi dati dall’età. C’è chi vuole solo sentirsi ancora desiderato e chi invece è a caccia di sesso, di una splendida ed unica notte da vivere senza sentirsi fuori luogo. L’incontro tra i personaggi avviene in un albergo in India, occasione perfetta per uscire fuori dai canoni in cui vivono di solito nel Regno Unito. Di particolare interesse il ruolo di Tom Wilkinson, Graham, che non nasconde la sua omosessualità e cerca il suo antico amore con cui diede scandalo in gioventù. L’abbraccio tra i due amanti conferma che emozione e desiderio non svaniscono con l’età. 
La donna rimane oggetto del desiderio che deve mantenere standard di bellezza classica e ciò non aiuta certo a rompere inutili tabù
Il tema dell’omosessualità è presente anche nell’ultimo film trattato, Beginners, del 2010, per la regia di Mike Mills. Qui un irreprensibile padre di 79 anni decide di rivelare al figlio la propria omosessualità a lungo nascosta, stanco di essere gay solo in teoria. Così Hal (Christopher Plummer) si butta a capofitto nella sua nuova vita a caccia di un’avventura che però possa diventare una relazione. Nel film il tabù non appare mai essere l’età: essa viene trattata con naturalezza, senza imporre stereotipi e dimostrando quanto sia naturale avere determinati desideri a qualunque età, diventando anzi di esempio per le generazioni più giovani. I film scelti, pur non spingendosi mai a mostrare corpi nudi per via di una pudicizia che riguarda soprattutto le donne anziane, riescono dunque a non ridicolizzare mai la sessualità senile. La donna rimane oggetto del desiderio che deve mantenere standard di bellezza classica e ciò non aiuta certo a rompere inutili tabù. 
Gi autori dello studio sottolineano che la terza età è un terreno sconosciuto, come la poetessa May Sarton disse nel 1973: “La vecchiaia non è interessante finché non entri a farne parte. È un terreno ignoto con un linguaggio sconosciuto ai giovani e anche alle persone di mezza età”. I desideri delle persone anziane, i loro bisogni e le loro capacità sono tutti elementi sottovalutati, e continuare a parlarne attraverso la commedia può dare un contributo valido: sorridendo infatti è più facile capire le cose.