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I leitmotiv wagneriani, un anello di congiunzione tra composizione e scienza cognitiva

Wagner e la sua musica fanno ingresso nel mondo delle scienze cognitive, in uno studio che guarda ai suoi leitmotiv come a un modello compositivo supremo

di Federico Capitoni
I Leitmotiv wagneriani come modello per studiare la percezione generale dei temi musicali. È l’obiettivo dello studio intitolato Perception of Leitmotives in Richard Wagner’s Der Ring des Nibelungen (Percezione dei leitmotiv ne L’Anello del Nibelungo di Richard Wagner) condotto da David J. Baker e Daniel Müllensiefen e pubblicato pochi mesi fa in Frontiers in Psychology.
(…) Wagner sapeva che l’ascoltatore avrebbe riconosciuto nel motivo un preciso carattere o la descrizione in musica di una data situazione
Wagner è noto per aver puntellato le sue opere, la tetralogia dell’anello (detta il Ring) in particolare, di decine di motivi ricorrenti (Leitmotiv, appunto) al fine di rendere drammaturgicamente efficace anche la sola musica. Una stessa melodia che ricompare in alcuni momenti suggerisce, anticipa, allude, conferma elementi e personaggi della trama che stanno per accadere e comparire sulla scena.
Il noto Tema della spada

Pur senza forse conoscere la psicologia della percezione, Wagner sapeva che l’ascoltatore avrebbe riconosciuto nel motivo un preciso carattere o la descrizione in musica di una data situazione. Non solo, anche variando leggermente il motivo, per esempio mutandolo dal modo maggiore a minore o modificandolo timbricamente, il frammento melodico – se ben costruito e posizionato all’interno dell’opera – non perdeva la sua efficacia.
(…) il modo con cui sono costruiti i Leitmotiv aiuta la memorizzazione degli stessi da parte degli ascoltatori e quindi ne facilita il riconoscimento
Ora, lo studio mira a valutare quanto la costruzione di questi motivi portanti sia direttamente collegata a una modalità percettiva umana generale. La dimostrazione sarebbe proprio, secondo gli autori, che piccole modifiche apportate in una macrostruttura melodica (la disposizione per altezze delle note) non confondono più di tanto l’ascoltatore, che riconosce comunque il tema o il motivo.
C’è poi un altro risultato raggiunto dallo studio: il modo con cui sono costruiti i Leitmotiv aiuta la memorizzazione degli stessi da parte degli ascoltatori e quindi ne facilita il riconoscimento. L’aspetto importante è dunque la possibilità di teorizzare una effettiva corrispondenza tra un modello cognitivo di memorizzazione e una struttura compositiva, ossia che se alcuni motivi si ricordano e altri no, se alcune frasi musicali sono efficaci e altre no, non è una questione casuale o di abitudine, bensì di precise intercettazioni tra la composizione e la percezione.
(…) i motivi erano stati trascritti secondo una notazione simbolica così che potessero essere riconosciuti visivamente
Gli esperimenti condotti – divisi in due fasi perché uno fosse lo strumento di verifica dell’altro – prevedevano di far riconoscere a un campione di ascoltatori piuttosto esperti venti motivi in pochi minuti di registrazione del Ring, ma i nomi di questi venivano presentati in un ordine mescolato. Affinché si creasse una relazione strutturale riscontrabile anche senza la percezione acustica, i motivi erano stati trascritti secondo una notazione simbolica così che potessero essere riconosciuti visivamente. Da lì i motivi sono stati raggruppati per caratteristiche comuni; queste caratteristiche sono state poi associate dai partecipanti agli stessi stavolta riprodotti musicalmente.
Sempre per mostrare come il puro dato acustico venga influenzato da altri fattori, gli studiosi hanno rilevato come chi padroneggiasse la lingua tedesca fosse avvantaggiato nella memorizzazione e nel riconoscimento dei motivi perché spesso questi vengono associati nell’opera a certi passaggi e termini espressi nel libretto. Quindi è evidente che talune parole possano fungere da predittori per anticipare l’arrivo di un motivo ricorrente.
L’aspetto più interessante, al di là della verifica dei processi di memorizzazione e che quindi va oltre la ricerca sul riconoscimento, è la stretta relazione che c’è tra la molteplicità delle manifestazioni melodiche (vari temi) e un unico schema cognitivo entro cui collocarle, pur riconoscendole come diverse. Avvertono gli studiosi: “I Leitmotiv sono ideali per studiare eventi musicali salienti perché possono manifestarsi in una moltitudine di permutazioni che sono tutte però percepite come la stessa dimensione cognitiva”.