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“Scende la pioggia, ma che fa?”
Ci aiuta nei compiti di matematica e aritmetica

Calcoli aritmetici difficili? Nessuna paura, affrontateli ascoltando il suono della pioggia. Ecco quanto emerso da uno studio italiano pubblicato sull’autorevole Plos One

di Lavinia Alberti
Un sottofondo naturale o una semplice melodia possono aumentare le abilità aritmetiche: questo quanto scoperto da un recente studio pubblicato su Plos One e intitolato When listening to rain sounds boosts arithmetic ability.
La ricerca ha preso in esame 50 studenti universitari (25 donne e 25 uomini, tra cui 25 introversi e 25 estroversi). Ai partecipanti sono state somministrate 180 operazioni aritmetiche, sia facili sia difficili, associate a forti suoni di pioggia, al silenzio o alla musica classica. Da questo test è emerso che il silenzio ha effetti negativi quando i partecipanti devono affrontare operazioni aritmetiche difficili: allo stesso infatti corrispondono capacità cognitive più lente rispetto all’ascolto musicale o a quello dei suoni della pioggia.
Per gli introversi (…) la musica, specie se agitata, è associata a tempi di risposta più lenti
Nello specifico gli introversi si sono sempre dimostrati più veloci degli estroversi nella risoluzione dei problemi matematici, tranne quando questi ultimi eseguono calcoli accompagnati dal suono di forti piogge: è emerso dunque che mentre gli stimoli uditivi di fondo non hanno alcun effetto sulle capacità aritmetiche di entrambi i gruppi in condizioni agevoli, gli stessi invece influenzano gli estroversi in condizioni difficili, suggerendo loro risposte cognitive più veloci durante l’ascolto di musiche agitate, gioiose e dei suoni di pioggia. Per gli introversi, al contrario, la musica, specie se agitata, è associata a tempi di risposta più lenti rispetto alla condizione silenziosa. Questa differenza di gruppo, spiegano gli studiosi, è principalmente dovuta al fatto che gli introversi hanno un livello di eccitazione generalmente più alto rispetto agli estroversi, e traggono quindi minori benefici dagli stimoli uditivi di fondo.
La ricerca ha anche messo in luce l’importanza della musica di sottofondo, e come questa non abbia un effetto uniforme sull’esecuzione delle attività. Sembra infatti che ascoltare musica abbia un effetto positivo sui processi motivazionali e sulle reazioni emotive, ma un effetto negativo sull’elaborazione cognitiva (in particolare sulla memoria e sul linguaggio). Ad esempio, secondo i dati ascoltare una musica di media intensità durante la guida migliora l’umore; al contrario una musica ad alta intensità riduce le prestazioni. Dunque, l’effetto positivo dell’ascolto della musica sull’umore si poggia su solide basi neurologiche.
(…) dieci minuti di ascolto della Sinfonia K448 di Mozart migliorano nettamente il ragionamento spaziale e la memoria
A questo proposito è stato descritto quel fenomeno di incredibile interesse noto come Mozart effect e secondo il quale appena dieci minuti di ascolto della Sonata per due pianoforti K448 di Mozart migliorano nettamente il ragionamento spaziale e la memoria. Ulteriori miglioramenti si registrano inoltre nella codifica della memoria verbale, autobiografica e dichiarativa; lo stesso vale anche per la velocità di elaborazione verbale e visiva nonché per l’abilità aritmetica e di apprendimento delle seconde lingue.
Secondo altri studiosi l’ascolto di una musica piacevole o preferita, migliorando la propria emotività, andrebbe a influenzare solo indirettamente le prestazioni cognitive.
(…) la musica può incidere negativamente sulla precisione dei calcoli facili perché interferisce e sovraccarica la capacità di attenzione
Una ricerca parallela ha poi sottoposto altri soggetti – bambini di età compresa tra i 10 e 12 anni – a quattro condizioni di stimolazione dell’udito: silenzio, parola, musica e rumore industriale. Com’era facilmente immaginabile, il test ha dimostrato che in condizioni di musica di sottofondo la percentuale di risposte corrette è significativamente maggiore rispetto a quella rilevata in condizioni di rumore industriale. Decisamente più difficile da intuire è invece il seguente, ulteriore dato rilevato: se l’ascolto della musica, durante la risoluzione di problemi aritmetici, aumenta la velocità di risposta, lo stesso non determina altrettanta precisione, andando così a incidere positivamente, ma in via del tutto esclusiva, sul numero dei problemi completati e, cosa non di poco conto, sul comportamento pro-sociale dei bambini.
In sintesi, secondo questo studio, se la musica può incidere negativamente sulla precisione dei calcoli facili perché interferisce e sovraccarica la capacità di attenzione, ha altresì effetti positivi sull’attività emotiva. Al contrario i suoni della pioggia velocizzano i calcoli aritmetici difficili.